un cantante vicino alla fine incide una canzone malinconica.

a natale nessuno aggiorna il blog perché non c’è niente da dire o perché può dirlo in faccia a qualcuno?

il costo dei dischi per megabyte diminuisce come il costo per anno dei festeggiamenti del compleanno.

è così facile accorgersi delle cose che non funzionano intorno a me che certamente in questo momento qualcuno sta accorgendosi delle cose che non funzionano di me.

gli oggetti del passato non hanno la funzione di una madeleinette ma di fogli di calendario.

benefica la noia che vaccina contro le idee vecchie.

non parlarmi, non mi assento.

poche delle mie idee sono insostenibili.

l’unicità fa la stranezza.

la mia offferta di amore verso il mondo è nettamente migliorata in qualità attraverso la focalizzazione degli obiettivi

i maggiori sostenitori del principio cosmologico amano collocarsi al centro del loro universo.

e. ha percorso un centinaio di chilometri e ha lavorato di domenica pur di avere un rapporto umano.

senza dubbi non posso avere certezze.

dovrò cambiare alcune fantasie per arrivare davvero a cambiare la realtà.

L’ideologia cancella l’umanità.

cercare conoscenza e perseguire bellezza.

condividere un collegamento è difficile.

il giudizio terreno consiste nell’indifferenza.

la mia attenzione è una risorsa non rinnovabile.

se non ha avuto modo di imparare ortografia grammatica e sintassi, come può avere avuto modo di farsi un’opinione valida?

l’idea che sostengo oggi potrà essere usata contro le mie convinzioni mediamente entro una settimana.

l’attenzione alla difesa della propria privacy come sublimazione del non interessare a nessuno.

secondo g. l’interfaccia grafica è sbagliata perché confligge con una sua abitudine consolidata.

un attimo di consapevolezza eccessiva e contrai una nuova mania.

se sono definito, non posso definire.

l’ombrello è dei pavidi. un vero debole accelera.

non è per paura di violazioni della privacy; è per il fastidio di non essere considerato.

se l’obiettivo è il meglio possibile, la politica truffa.

la riunione si è chiusa con pieno successo. l’ho lasciato parlare e, quando ha sfogato tutto il suo bisogno di comunicare, ha approvato tutto senza neanche capirlo.

tutti i c. che incontro mi spiegano che il c. non è quello che abbiamo visto, ma nessuno sa spiegarmi che cosa sia allora effettivamente il c.

per mettere a segno colpi letali bisogna sapere come muoversi con eleganza e calma, apparente lentezza.

più l’argomento è futile, più certi si accalorano.

uno stupido film mi ha fatto capire di non essere stupido.

quanta gente non ha niente da dire ma necessita di essere ascoltata.

non ho bisogno di avere fatto il sessantotto per fare un sessantanove.

non ti darò mai più un consiglio se me lo chiederai per risparmiare tempo.

l’ufficio virtuale assicura risparmi clamorosi e guadagni in qualità. questi ultimi non erano scontati.

s. si è lamentata perché il suo sistema operativo ha solo un modo per eseguire una certa operazione. s. non vuole cambiare uno dei programmi che usa perché, dice, non può fare a meno di una certa funzione, anche se ci sono altri modi per ottenere lo stesso risultato.

sembrava una giornata storta. in realtà puntava in direzione imprevista.

se rifletto non posso essere obiettivo.

che voglia di essere indescrivibile.

non avendo avuto una istruzione, disprezzo chi non ce l’ha e non compie sforzi visibili per farsene una.

a volte non ho colpa evidente ma so di avere commesso numerosi piccolissimi errori.

oggi non è più così.

chi sa tutto difficilmente lo dimostra il giorno prima.

non si compra mai quello per cui si spende.

esprimersi dovrebbe attenere alla creazione di contenuto proprio.

preferisco le persone allo spam e quindi preferisco i falsi negativi.

si leggono, scrivono, guardano, pensano cose che non si faranno mai. sapendolo benissimo e non per impotenza.

c. sosteneva che la vita è logica ma non completamente, piena di trappole per chi intende razionalizzare tutto.

stretto tra deità ipernaturali e vulve parlanti, preferisco pensare che siano esseri umani.

una volta il computer trattava solo testo. eppure non è mai stato così importante essere professionisti del testo come oggi che il computer tratta qualsiasi medium.

ascoltare, attendere che abbia finito di parlare, dire la propria a voce bassa e senza fermarsi anche se si viene interrotti.

definire una cosa come sbagliata perché non rientra nella propria misura è un difetto.

ricordarsi di non chiudersi in una bolla di gente che la pensa esattamente come me.

mi innamoro sempre di qualche sfaccettatura di una donna. poi ci sono i tetraedri e i solidi a cento facce.

se il tuo credo politico non ha mai visto una realizzazione concreta e precisa in qualche parte del mondo, è una religione.

è triste vedere gente intelligente, creativa, brillante impegnare il proprio tempo a propagare memi altrui.

a vent’anni si deve guardare la gente in faccia. a trenta in bocca. a quaranta bisogna guardare le scarpe. prevedo che a cinquanta bisognerà guardare la pancia.

a volte sono stato un modello per qualcuno. ammesso che sia giusto esserlo, è giusto non volerlo essere a tutti i costi.

è molto diffusa l’idea che il credere in quello che si fa e il farlo con grande impegno renda automaticamente giusta e rispettabile la causa.

farcela nudo, naturale, indifeso, brutto, sereno, lucido e rilassato come sulla spiaggia o in camargue.

parlare al cellulare mi rende volgare.

la perfezione riavvicina o riallontana? e l’imperfezione?

il proposito per quando finirà l’estate è rinunciare a combattere il nemico e dedicarsi a costruire.

ricordare la musica non è emozionante come risentirla.

non riesco a vedere ragioni realmente valide per non consigliare libri.

per riuscire a chiacchierare di politica ci vorranno più o meno ancora tre o quattro generazioni.

ci sono persone incredibilmente relative che si spendono in giudizi incredibilmente assoluti. naturalmente il mio è un giudizio relativo e io non sono assoluto.

il caldo, il rumore, la luce ti sospendono tra cielo e terra. il clacson e il flessibile ti fanno incazzare e basta.

rileggendo la mia storia di a. mi rendo conto che andava riletta. ma nondimeno è uno dei miei pezzi migliori di sempre.

il master dovrebbe saper essere così bravo da rendere ininfluente il fatto che i giocatori conoscano le regole.

per capire se sei sulla strada giusta, basta sapere se stai continuando a suonare.

ho pagato un caffè in più, destinandolo a qualsiasi persona sarebbe entrata dopo me. la barista mi ha guardato in due modi diversi.

se fossi uno scrittore, sarei capace di esplicarlo in una singola frase perfetta e sferzante.

arriveranno le vacanze e dimenticheremo finalmente tutte le nostre password.

il dizionario utente, le mailbox, i bookmark, le preferenze, le cache, i file temporanei, i file invisibili, gli indirizzari, i calendari, i filtri, le blacklist, le whitelist, gli aggiornamenti della sicurezza, i portachiavi, i to do invadono silenziosamente hard disk inadeguati per definizione.

è ora di diventare grandi, per poter restare piccoli.

p. ha quarant’anni compiuti e pensa a che cosa fare da grande. magari lo faremo insieme, se li compirò anch’io, beninteso.

in ascissa la durata, in ordinata l’approfondimento.

il film ambientato in un’epoca di eventi di massa è centrato su vite ed eventi strettamente individuali e personali. è un indizio prezioso per quanti credono ancora nelle masse del secolo scorso e di quello prima.

non nutro rimpianti, ma aspettative.

nella nuova stazione ferroviaria d. quattro nuovi orologi digitali, visibili contemporaneamente, segnano quattro ore diverse.

mi hanno fatto pensare a mille cose, tutte simultanee.

r. mi scrive in chat: “ciao, hai un secondo?” r. scrive solo se ha bisogno di un consiglio tecnico elementare a un problema che potrebbe benissimo risolversi da solo.

mi accorgo del messaggio in attesa qualche istante dopo, quando è già apparso il secondo post: “no, niente, ciao”.

rivolgerò un pensiero deferente al suo sistema operativo, che ha aiutato. me.

scrivono “Fra 50 anni questo libro sara' ancora qui. Potreste dire lo stesso dei vostri floppy smagnetizzati?”

provo a parafrasare. fra cinquant’anni questa audiocassetta sarà ancora qui. potrete dire lo stesso dei vostri vinili graffiati?

ma non è la stessa cosa. anche quando sono povero di idee, mi resta la tipografia.

viene il dubbio se la mia mano sia stata toccata dal suo seno mentre guardavamo le foto solo perché ha la quinta.

l’erezione mattutina è garantita per legge. naturale.

corri a casa e ti accorgi che non ce n’era bisogno. corri fuori da casa e scopri che non era necessario. corri e tutto sommato avresti vinto ugualmente la partita.

nessuno ha mai quantificato il rischio imprenditoriale della vita?

mi sono registrato a cbs marketwatch e, per la prima volta nella vita, nel personalizzare l’iscrizione mi sono ritrovato a invertire esattamente tutte le scelte di default che mi venivano presentate.

mi sento felicemente fuori dal target.

le ragazze sull’altra banchina sono sempre più carine. ma quelle su questa sono raggiungibili.

la signora cammina con passo svelto nel mezzanino della metropolitana. sceglie con cura un angolo. si aggiusta le vesti, si ravvia i capelli, si controlla allo specchio. poi si butta un velo a coprirle la testa, si rannicchia contro il muro e si immobilizza, con la sola eccezione di una mano che, ora, trema come malata.

non ho tribù.
appartengo a un insieme?
io scelgo gödel.

l’attenzione e la curiosità per le persone fuori derivano dalla paura di guardarsi dentro, forse.

f. vuole il software gratis perché, dice, costa troppo. non usa software open source perché, dice, è troppo difficile.

quando gli chiedi un favore, risponde “e io che cosa ci guadagno”?

saresti più convincente nel cercare di avere ragione se non parlassi solo e unicamente dei torti del tuo avversario.

p. ha scelto il blog come mezzo per esprimersi in perfetta libertà, spontaneamente, senza censure, seguendo i moti dell'animo e il flusso dei pensieri.

lo aggiorna lun-ven 9-13/14-18, escluse le festività.